第10回イタリア語スピーチコンテスト 応募原稿
<<Le macchiette rosse di susina スジーナの染み>>
All'inizio di ottobre e' scoppoato un altro
conflitto tra Israele e la Palestina. I governi
di alcuni paesi hanno fatto da arbitro, ma
il governo giapponese non ha fatto niente
in particolare ed anche la maggior parte
dei giapponesi non si sono interessati. Io,
sto commiserando le sventure delle persone
di questi due paesi, ma non ho amici israeliani
o palestinesi, quindi e' dificcile per me
immaginare la loro vita.
E' stato uguale il modo di pensare dei
giapponesi per gli albanesi, quando tante
persone hanno dovuto lasciare le case e sono
riparati all'estero. Secondo noi, lAlbania
e' molto lontana ,sia dal punto di vista
della geografia sia della cultura, e non
pensiamo di poter fare niente in particolare,
anche se ascoltiamo le gravi notizie. Io
ho visto gli albanesi per la prima volta
a Montepulciano, un piccolo paese in Toscana,
nel 1997.
L'anno scorso ci sono andata ancora con la
mia famiglia e ho conosciuto un piccolo bambino
albanese, Denis. Si era trasferito con la
famiglia, contando sui parenti che gia abitavano
a Montepulciano. Mio figlio ha giocato spesso
con gli amici italiani e con due bambini
albanesi, Denis e suo cugino. Ma qualche
volta Denis non e' apparso sulla piazza dove
i bambini giocavano.
Un giorno ci e' venuto tardi. Una mamma si
e' accorta che la sua maglietta era sporca,
c'erano alcune macchiette rosse come di sangue.
Lei era preoccupata e gli ha chiesto dove
era andato e perche' si era ferito. Denis
ha risposto che era andato a cogliere le
susine per aiutare il lavoro di suo papa'
e la maglietta si era macchiata di succo
rosso di susina, e poi ha cominciato a giocare
con gli amici come al solito.
Denis era vivace, ma mi sembrava che lui
capisse di essere diverso dagli amici italiani,
anche dal bambino giapponese. Rivolgeva uno
sguardo ansioso agli adulti e si comportava
spesso con ritegno. Mi sono sentita triste
ogni volta che ho visto questa sua espressione.
C'era un'altra cosa che mi ha sorpreso molto
in Italia. Quando sono andata al mare, ho
visto che tanti africani portavano i grandi
bagali e smerciavano degli oggetti, dei souvenir
sulla spiaggia. Ho capito subito che loro
facevano il lavoro nero.
Sapevo che c'erano tantissime persone che
vendono qualcosa nelle citta' come Roma,
Firenze, Venezia e Milano, ma sono andata
in un paesino sul Mar Tirreno, Castiglione
della Pescaia, quindi non immaginavo mai
che i venditori africani sarebbero venuti
per guadagnare in un luogo cosi' lontano
e piccolo.
Poi, mi sono meravigliata anche per la reazione
degli italiani. Forse loro sono abituati
a questa scena. Mi pareva che loro non sentissero
niente dal punto di vista unano. Alcune persone
li ignoravano ed alcune prendevano qualcosa
che gli piaceva. Solo per la mia famiglia
era troppo stupita.
Dopo il soggiorno in Italia, ho potuto provare
sulla mia pelle tanti problemi tra i paesi
europei ed i paesi vicini come l'Albania,
la Jugoslavia, Israele, la Palestina ed i
paesi dell'Africa. Io, anche mia famiglia,
non possiamo dimenticare le scene che abbiamo
visto in Italia.
In futuro, forse non lontano, anche il Giappone
diventera' come l'Italia. Noi giapponesi
possiamo aiutare gentilmente gli stranieri
a cui e' capitata una disgrazia? Possiamo
comunicare con naturalezza ? Ho trovato un
modello del nostro futuro in Toscana